Tiré du magazine Orologi du mois de novembre 2002. © orologi
Mentre non risulta facile definire
l'articolata
attività di Marcel Bétrisey, paradossalmente, invece, descrivere
la vetrina digitale http://www.betrisey.ch
è decisamente più immediato appena si ricorre alla presentazione
leggibile nel sito "Atelier de services électroniques" ubicato a
Sion, in Svizzera.
Con la disinvoltura di un autentico artista, Marcel
realizza
pendoli di alta orologeria, pur avendo letto solamente poche pagine del
trattato di Galileo sul movimento, e originalissime creazioni
meccaniche.
Così è impossibile identificarlo con la qualifica di clockmaker,
sarebbe riduttivo rispetto alle molteplici quantità di servizi offerti:
"création d'horloges, conception de prototypes, réparations
électroniques, dépannages industriels, fabrication de pièces
sur mesures". Usare però l'espressione "inventeur un peu fou" può
suggerire, decisamente in modo più appropriato, la sua non comune
personalità, eclettica e colma di geniale inventiva.
Destato per la prima volta nel 1994 l'interesse dei
media
svizzeri, agli articoli e ai servizi televisivi sono seguite numerose e
importanti esposizioni, tra cui quella organizzata al Musée
International
d'Horlogerie "L'homme et le temps" (http://www.mih.ch),
nella vicina città di La Chaux-de-Fonds, e la più recente
alla Galerie Grand-Fontaine.
L'estrosità di alcune creazioni è realmente
tale da sviluppare curiosità, meraviglia, stupore, proprio come
testimoniano le espressioni colte dagli scatti di una macchina
fotografica,
astutamente posta in "Le réveil". Appartenente al gruppo denominato
Quartz, l'oggetto, costruito nel 1991, ha le funzioni di una singolare
e insolita sveglia, doppiamente programmabile: la modalità soft
attiva lo stereo, mentre quella hard, specifica per i risvegli più
faticosi, la percussione di un gong. Dopo trenta minuti inizia la
sofisticata
preparazione del caffè: il rotolamento di una sfera in un toboggan
consente, attraverso il movimento di un piccolo ascensore, di riempire
un bicchiere di acqua e di riversarlo nell'apposito recipiente.
Un verde rampicante contribuisce a rendere
esteticamente
attraente una stravagante composizione meccanica, la cui vitalità
è prodotta dal lavoro congiunto di dodici apparecchi elettrici,
ognuno ideato per svolgere una parte delle molteplici funzioni.
Nel ribadire che l'orologeria tradizionale non suscita
assolutamente il suo interesse, Marcel specifica: "Je travaille avec
des
sphères de métal et dès qu'on emploie des sphères
tout devient aléatoire et bizarre. Elles engendrent des problèmes
extrêmement complexes et c'est ça qui est fabuleux!". Altrettanto
eccezionale è il momento in cui, nel laboratorio, contemporaneamente,
tutti gli orologi presenti attivano suoni e melodie.
Così, nel 1997, dopo circa 15 mesi di assiduo
lavoro artigiano, assembla il primo ingegnoso orologio, il "Malévoz",
di 300 chili e oltre 1.600 pezzi, alto 2,50 metri e largo 1 metro. Il
bilanciere
è attivato dalla corsa di 450 sfere metalliche, la cui dimensione
di 19,844 millimetri garantisce l'indispensabile stabilità al
movimento.
In proporzione all'accelerazione di gravità e alla forza centrifuga,
il numero delle sfere sul piano varia grazie a una molla a spirale che
lascia cadere quelle in eccedenza. Argani e leve svolgono il compito di
mantenere in equilibrio questo sofisticato marchingegno, la cui
precisione
è stata direttamente correlata al dimensionamento dei denti dei
numerosi ingranaggi presenti.
Nel sito se ne può leggere un'accurata descrizione,
e l'impegno e la passione di Marcel emergono costantemente da ogni
piccolo
dettaglio, affrontato con la consapevolezza di rendere elementare,
semplificando,
qualsiasi complessità.
In una capsula di vetro di "diamètre 190 mm, épaisseur
de 8 mm" è posto l'eccezionale radiometric pendulum "The Chronolith",
il cui movimento, inizialmente attivato da un magnete esterno, è
poi alimentato dall'accensione alternata di quattro lampadine alogene
di
5 watt. Il progetto risale all'aprile del 2001, ma solamente a novembre
l'idea assume dimensioni reali, proprio dopo aver visto, con
entusiasmo,
funzionare il prototipo.
La fonte luminosa, interagendo con sensori e relè,
fornisce l'impulso propulsore alle oscillazioni, la cui lunghezza è
regolabile tramite il magnete per non alterare la pressione interna.
Ancora
in fase di test, tuttavia, il grado di precisione risulta altamente
affidabile,
essendo rilevabile un errore di un secondo ogni sette giorni.
Il pendolo, dice Marcel, "est différent de toutes
les autres horloges que j'ai créées: c'est la seule force
de la lumière, ou plus précisément sa chaleur, qui
propulse le balancier!". I principi fisici sono quelli della conduzione
elettrica nei gas, gli stessi applicati nei tubi fluorescenti e
studiati
già nel 1890 dall'illustre scienziato londinese Sir William Crookes.
Il gruppo dei sei Lecteurs CD incuriosisce
particolarmente
per l'utilizzo esemplare di alcuni oggetti, a volte antichi, tutti
destinati
a una funzione completamente diversa da quella iniziale.
Così, non passa inosservata la foto della macchina
da scrivere, trasformata nel lettore high-tech "Royal", oppure quella
di
"Helvetia", una macchina da cucire dei primi del '900, oppure quella
del
"Baryton", originariamente una tromba, che ora elargisce suoni grazie
all'apparecchio
installato internamente e attivabile dalla pressione dei tasti.
Sembra quasi di immaginare Marcel quando, attirato dal
fascino di oggetti abbandonati, fantastica sul loro futuro utilizzo,
come
per esempio il vecchio scafandro russo "Scaphandre", ora riconvertito
in
un insospettabile amplificatore hi-fi (gruppo Divers); oppure il carter
della moto "Yamaha", ora un perfetto orologio al quarzo.
Cronologicamente l'ultima novità da non perdere
è il "Pestoline", un elegante pendolo di Foucault in grado di indicare
anche la rotazione della Terra, la latitudine e l'emisfero. Con
allegria
Marcel sostiene che "the biggest trouble I'll have with it is, I think,
my cat. (He loves pendulums and always want to play with them)".